Nel piccolo villaggio di Kos, in Kosovo, c’è una principessa. Il suo nome è Anastasija, e questa è la sua storia.
In Kosovo e Metohija c’è una principessa. Il suo nome è Anastasija.
Quando la incontri ti inchini, ma solo per guardarle bene gli occhi, meravigliosi.
La principessa Anastasija è figlia di un re e una regina. Intorno a lei crescono due fratelli, piccoli principi.
Quando si spingono sull’altalena che il re ha costruito per loro, sembrano andare a cavallo, col vento fra i capelli, verso un orizzonte felice.
Un giorno, dei cavalieri lontani hanno portato loro in dono calici di acqua zampillante, che i nemici del loro regno avevano fatto mancare, deviando corsi di fiumi e di sorgenti. Altri cavalieri, sempre da lontano, avevano inviato loro provviste per l’inverno, che da quelle parti sa essere duro e crudele.
La principessa Anastasija li ringrazia sempre, donando loro preziosi sorrisi e dolcissimi sguardi.
Ma l’inverno è ancora lungo, freddo, nemico. La principessa non sa se il re e la regina riusciranno a scaldare il piccolo castello, così accogliente, così prezioso, nel quale vivono circondati dal pericolo.
Il re e la regina, preoccupati, sognano un futuro migliore e più sicuro per i piccoli principi. E una reggia, una vera reggia, per la loro principessa.
La favola non deve finire, non può. Deve continuare e dovrà avere il suo finale, bello e felice, come in tutte le fiabe.
Ma per questo servono altri cavalieri senza paura, guidati dal solo desiderio di veder sorridere i meravigliosi occhi verdi di Anastasija, la principessa che vive nel Kosovo e Metohija.
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Anastasija vive a Kos, villaggio vicino Osojane, piccolo paese abitato da serbi nell’attuale Kosovo monoetnico, dove la parola “Metohija” non può essere pronunciata.
Ma Metohija è la storia che vive, è la cultura di un popolo che non può essere cancellata. In questo villaggio, i genitori vivono e resistono isolati e ghettizzati, come tutti i serbi del Kosovo albanese.
Anastasija è inserita nel progetto di Sostegno a distanza “Svetlost”, che portiamo avanti con la collaborazione dei monaci del Monastero di Visoki Decani, dove i militari italiani sono ancora dislocati a difesa delle mura.
E dove, di recente, sono comparse preoccupanti scritte che inneggiano a Daesh e all’Uck, il famigerato esercito di “liberazione” del Kosovo.
Grazie al contributo di persone come Graziella, sostenitrice di Roma, aiutiamo queste famiglie a resistere in quella che, da sempre, è la loro terra, aiutandole ad assicurare un percorso scolastico ai propri figli.
Recentemente, inoltre, abbiamo realizzato piccole serre per una produzione agricola sostenibile e un pozzo artesiano per molte di loro, compresa la famiglia di Anastasija.
Attiva anche tu un sostegno a distanza.